Whisky & Whiskey, un pò di storia

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Un viaggio ricco di passione

La storia di questo distillato ci narra di passione, secoli di tradizione, contrabbando, espansione, terroir e disciplinari rigidi.

Il Whisky è generalmente definito come un prodotto elaborato a partire da uno o più cereali, totalmente o parzialmente maltati. Distillato a meno di 95% in modo da conservare intatte le caratteristiche delle materie prime. Invecchiato per diversi anni  generalmente in botti di quercia da 700 litri ed imbottigliato alla gradazione minima di 40%.

Come siamo arrivati a tutto questo?

Whisky o Whiskey?

Facciamo prima di tutto un pò di chiarezza sul nome di questo distillato a volte menzionato con il termine ‘Whisky‘ ed altre con l’ appellativo ‘Whiskey‘. La differenza fra questi due termini apparentemente uguali è più che altro da ricercare nell’ orgoglio nazionale dei rispettivi paesi di provenienza in quanto non è regolamentato, ne tantomeno spiegato, in alcun disciplinare. Tuttavia, per correttezza, quando si indica ‘Whisky‘ ci si riferisce quasi sempre ai prodotti di Scozia, Canada e Giappone, mentre se parliamo di ‘Whiskey‘, salvo rare eccezioni, si allude ai distillati di Irlanda e America.

Dove e quando?

Parlando di Whisky e concentrandoci sull’ arco temporale non è facile definire il ‘quando’ poichè abbiamo veramente numerose testimonianze spesso contrastanti di questo distillato che ai suoi albori era chiamato ‘uisge beatha’, termine gaelico che  corrisponde ad ‘acqua della vita’. Unica cosa certa è che, non me ne vogliano gli amanti dello Scotch, sia nato in Irlanda,  leggenda narra, per opera di San Patrizio. Dunque nato in Irlanda ma reso famoso dagli scozzesi. Tuttavia,  per avere delle testimonianze certe della presenza del whisky in territorio scozzese bisogna attendere il 1494, data riportata in una fattura di acquisto destinata a Re Giacomo IV  che ci parla di 500kg di malto per produrre acquavite.

La clandestinità

Come per la maggior parte dei distillati oggi in commercio anche la storia del whisky è strettamente legata al contrabbando. Infatti successivamente all’ annessione della Scozia all’ Inghilterra avvenuta nel 1707 venne applicata la prima tassa mirata alla produzione di Whisky favorendo così il contrabbando e la nascita di distillerie clandestine. I moonshiner, così erano chiamati i distillatori clandestini, probabilmente favoriti dai notevoli elementi ambientali quali abbondanza di fiumi e laghi per la produzione, colline e profonde valli per nascondersi iniziarono così la produzione illegale camuffandosi nella nebbia notturna.

Probabilmente questo fu uno dei motivi per il quale si iniziarono ad utilizzare botti di legno per contenere il whisky. Infatti l’iniziale utilizzo del legno non era da associare alla maturazione del prodotto bensì alla sua facilità di spostamento. I piccoli barili erano più resistenti e più leggeri dei classici vasi di ceramica e di conseguenza rendevano più facile eludere gli esattori delle tasse.

Si arriva in America

Altro periodo fondamentale per il whisky si aggira attorno al 1782 quando a causa di una grave carestia, molti scozzesi e irlandesi furono costretti a fuggire negli Stati Uniti alla ricerca di maggior fortuna contribuendo così alla nascita di quelli che oggi sono gli American Whiskey.

Tuttavia sembra che il primo distillatore (legale) di Whisky in territoro Americano sia stato  tal Evan Williams, di origine Olandese, che distillava nel retrobottega del suo bar e lo vendeva esclusivamente in loco.

Rye e Bourbon

Ruolo fondamentale ovviamente fu giocato anche dal terroir. Infatti proprio come qualsiasi altro prodotto alimentare il tipo di distillato è sempre strettamente legato alle varie posizione geografiche. Fu così che al Nord dove il clima era più freddo venne utilizzata la segale, per la produzione di quello che oggi conosciamo come rye whiskey, mentre al sud, più caldo e arido si utilizzava il mais, per la produzione del bourbon whiskey.

I motivi del successo

Gli elementi che contribuirono fortemente ad accrescere l’ importanza ed il consumo del prodotto furono molteplici. In primis la costruzione di una linea ferroviaria che collegava lo Speyside (Scozia), allora maggiore zona di produzione di Scotch Whisky, direttamente con Edimburgo facilitandone così il commercio che fino ad allora era strettamente legato all’utilizzo del cavallo. La velocizzazione dei metodi di produzione grazie al vapore e alla rivoluzione industriale che portarono all’ invenzione dell’ alambicco a colonna riscaldato a vapore giocarono un altro ruolo fondamentale. L’evento che però contribuì maggiormente all’ ascesa del whisky fu la la fillossera, malattia che colpì e decimò le vigne europee rendendo così impossibile la produzione di qualsiasi distillato di vino che in quel tempo godevano di un enorme consumo. Fu così che le bevande a base di vino furono sostituite da quelle di origine cerealicola. 

Tuttavia il Whisky ha attraversato anche un grande periodo di crisi che ha rischiato seriamente di compromettere la sua qualità e la sua produzione. E’ il momento del proibizionismo americano che insieme alla seconda guerra mondiale fecero riscontrare il periodo più buio di questo distillato.

Fortunatamente però, grazie alla tenacia dei produttori e alle ottime strategie di mercato legate anche alla nascita di numerosi e rigidi disciplinari il Whisky ha saputo riprendersi vedendo nel corso degli anni la ripresa di numerose distillerie fino ad espandersi ed affermarsi  anche in nuovi territori, come ad esempio in Giappone, che ad oggi rappresenta il quarto produttore al mondo.

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